Uno sguardo alle usanze paesane del Natale del passato ci restituisce una festa dai lineamenti un po’ differenti da quelli odierni. È una festa in cui, in contrasto all’abbondanza dei nostri giorni, salta soprattutto all’occhio quello che non c’è: non ci sono il pandoro e il panettone, Babbo Natale e la Befana sono perfetti sconosciuti, mancano le luci degli addobbi sui balconi e nessuno può nemmeno immaginare cosa sia un albero di Natale. Il presepe esiste, ma solo in chiesa, che è l’unico posto in cui sono esposte vere e proprie statuine; a casa, nel migliore dei casi, i bambini realizzano le figure con la creta e i colori, e recuperano all’aperto gli altri elementi del paesaggio: pezzi di prato (pracotte) o di legno, sassi, rametti.
24. dicembre: notte di Natale
L’appuntamento più importante è naturalmente la messa a mezzanotte.
Un tempo, nella notte di Natale in ogni rione si accendeva la focarina, il grande falò di quartiere. La realizzazione del falò era un’opera collettiva: nei giorni precedenti la legna veniva trasportata sul luogo con muli e carri, a cominciare dai grossi ceppi, che garantivano una lunga durata del fuoco (talvolta anche per alcuni giorni).
Focarine tradizionalmente molto grandi erano quelle dei rioni Dema e San Demetrio. Dopo la messa, il quartiere si riuniva attorno al fuoco: si beveva vino, si suonava l’organetto e si passava parte della notte in compagnia dei compaesani.
25. dicembre
La famiglia tutta riunita pranza insieme. Il piatto centrale è costituito ancora oggi da baccalà e cipullizzi fritti; sulla tavola si trovano anche broccoli, insalata di cappuccio, cavolfiore fritto, rape , zucca e fogghje. I dolci tipici, crustuli, cullurelli e pasta a confetti, prendono oggi posto accanto ai meno tradizionali panettoni.
31. dicembre: notte di san Silvestro
Un tempo si aspettava l’anno nuovo con una cena in famiglia. Qui si mangiava un po’ quello che era rimasto o si era già preparato nei giorni precedenti, si riaccendevano i resti della focarina e a mezzanotte i cacciatori prendevano il fucile e sparavano in aria due o tre colpi. C’era anche chi festeggiava buttando (vecchi) piatti o bicchieri dalla finestra.
6 Gennaio: festa della Befana
Ebbene, la Befana non esisteva. Negli anni Cinquanta qualche massaia faceva caramelle con lo zucchero sciolto per i bambini.